Biografia

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Alessandro Gnocchi (per gli amici Sandro) nasce il 28 settembre 1935 a Milano in Via Dei Valtorta 5, da Carlo e Carolina Ratti.
La sua prima infanzia la trascorre serenamente accudito da mamma, papà ed anche dal nonno paterno che abita nello stesso stabile ed ha un’officina di biciclette. Il legame col nonno é importante e denso d’affetto e trascorrono molto tempo assieme. Purtroppo la guerra lo costringe a sfollare con la mamma nella località di Tovo di Calolziocorte (LC).
Frequenta le scuole elementari presso le suore nella Parrocchia di Calolziocorte e fa la sua Prima Comunione il 3 giugno 1943. Terminata la guerra, torna a Milano dove prosegue le scuole d’obbligo professionali frequentando il corso di Elettricista impiantista e di Radiotecnica con interesse. Finalmente ritorna nell’officina nel nonno dove presta volentieri il suo lavoro con diligenza e profitto sino al servizio militare.
Al ritorno della leva decide di lavorare come infermiere il Gaetano Pini conseguendo il diploma di infermiere generico e di riabilitazione post traumatica e post operatoria e proprio qui conoscerà l’infermiera Delfina Nicchio, la ragazza che il 7 maggio 1960 diventerà la sua sposa.
Lavora successivamente all’Istituto di Neurologia Besta e prende la specializzazione di Massaggiatore Sportivo presso il Coni di Milano, così decide di lavorare in proprio per otto anni come massaggiatore sportivo e infermiere generico. Dal 1970 viene assunto all’Ospedale Maggiore e nel 1975 presso l’ospedale San Carlo di Milano dove ha occasione di specializzarsi in anestesia e rianimazione.
Riesce inoltre studiando di sera, a diplomarsi in ragioneria ma proseguirà al San Carlo come tecnico di radiologia medica che lo vedrà impegnato sino alla pensione nel 1992.

La sua prima esperienza spirituale inizia a 18 anni e cambia per sempre la sua vita. Vita che sarà accompagnata da tante esperienze soprannaturali e fatti straordinari.
Aveva incontrato più volte Padre Pio soggiornando a S. Giovanni Rotondo ed aveva conosciuto anche Federico Abresch, l’ormai famoso fotografo di padre Pio, e attraverso Abresch la beata Luisa Piccarreta di Corato morta nel 1947, alla quale il Signore per tutta la vita le aveva insegnato la Consacrazione delle anime al Divin Volere. Quell’incontro segnò una svolta importante nella vita di Sandro (vedi libretto d’oro), che lo proiettava a conoscere ed aderire alla Volontà Divina.
Sempre attento a fare la Volontà del Signore non si è mai risparmiato nella fatica anzi, era sempre disponibile e felice per chi manifestava il piacere di incontrarlo per pregare e per conoscere meglio Gesù e la Sua Mamma. Correva instancabilmente dove veniva chiamato in tutta Italia e nei monasteri di ciò che il Signore suggeriva.
Forte e tenace nella fede, attraverso la comprensione delle proprie esperienze straordinarie, ha sempre parlato con energia e determinazione di quanto fosse grande l’immenso amore di Gesù e di Maria Santissima per tutti i figli, cercando di essere chiaro e intransigente e diceva: “Mi accorgo che è difficilissimo con le mie povere parole far comprendere queste grandi conoscenze!”.

Nell’anno 1988 per ubbidienza a Monsignor Aldo Gregori scrive e diffonde il primo libretto intitolato: “Il Grandioso Progetto del Padre”, firmandosi: “Un miserabile peccatore”.
Successivamente ne seguiranno altri cinque.
Sandro ha distribuito gratuitamente i suoi libretti, il suo impegno era quello di far conoscere a tutti queste schegge di luce avute dal Signore.
L’impegno di Sandro era anche quello di diffondere senza sosta migliaia di Medaglie della Madonna Miracolosa in Italia e all’estero attraverso le Missioni. La Medaglia “per eccellenza” che aveva contribuito miracolosamente alla svolta iniziale e decisiva della sua vita e, di conseguenza, raccomandava e distribuiva anche: “Il segreto di Maria” di San Luigi de Montfort.
Furono anni intensi d‘impegnativo e forte apostolato. Padre Gerardo di Bagnoreggio (VT) per parecchi anni fu il suo Direttore spirituale e lo è stato sino alla sua morte nell’aprile 1997.

Il 9 maggio 1997 Sandro subì il grave lutto per la morte della sua amata moglie Delfina dopo 37 anni d’intensa unione matrimoniale e spirituale e fu per lui un immenso dolore. Cercherà di raccontare questo dolore e legame indissolubile nei libretti a lei dedicati

Con l’inizio della triste vedovanza iniziarono i primi problemi di salute e dopo i primi accertamenti gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson. Sempre consapevole e cosciente delle particolari grazie che il Signore gli ha concesso durante la vita, Sandro ha risposto alla prova che il Signore aveva permesso, con la famosa frase di S. Paolo che tante volte aveva ripetuto: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”.
Senza mai un lamento trascorse molti anni con questa malattia sempre più invalidante in un lento e doloroso calvario. Negli ultimi tempi ogni movimento del corpo era una grande sofferenza fisica; una sofferenza umana sempre più forte e devastante sino a privargli l’uso delle braccia e delle gambe. Il sopraggiungere della difficoltà di nutrirsi ha accompagnato il termine del suo viaggio terreno dopo 12/13 anni di sofferenze. Anche quando questa malattia gli aveva assorbito l’energia e il parlare era diventato faticoso per la voce sempre più debole, Sandro incredibilmente riusciva a parlare delle cose del Signore ricordandole con chiarezza e fermezza ed estrema lucidità.

Sandro ci ha lasciato venerdì 19 febbraio 2010 alle ore 12:30 (primo venerdì dopo le ceneri), nella sua casa di Milano in Via Petrocchi 21. È spirato serenamente con accanto qualche amico fedele che l’ha sostenuto con la preghiera nel desiderato momento del trapasso. Trapasso avvenuto immediatamente dopo aver ricevuto dal Sacerdote un pezzettino di Eucaristia che sembrava aspettasse… Finalmente era nell’abbraccio con Gesù e la Sua Mamma che tanto ha amato in vita nell’Eternità.
Quel lunedì mattina al ritorno del funerale, nella casa di Sandro ho visto la sua Bibbia e l’ho messa sul tavolo leggendo sulla copertina sbiadita dal tempo questa frase firmata da lui: “Fà o Signore che nell’ora della mia morte giunga a Te purificato”.

Era questo quello che Sandro chiedeva a Gesù. Essere purificato prima dell’atteso incontro. Sicuramente il Signore l’aveva esaudito attraverso questa malattia. Penso che quando il suo cuore ha terminato di battere, l’anima felice di Sandro è “schizzata” in Cielo tenendo stretta la mano di Delfina che certamente gli era vicino.

Questa è una semplice e povera biografia per un uomo che ha avuto una vita veramente “speciale” ricca di straordinarie conoscenze spirituali.
…e come molte volte l’autore ripeteva: “Che il Signore vi dia luce e grazia e vi “STRABENEDICA!!”

Carmen De Pedrini

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