Gocce salate
sul viso
di un cuore trafitto,
che inerte
soffrendo
si domanda:
“Ma fin quando
è giusto soffrire?
Fin quando tacere?”
E lo stesso cuore
che ama
inchiodato,
dal profondo
risponde:
“Sempre, sempre!
Amare
è perdonare,
Amare
è patire,
Amare è
non dire mai basta!
Ed ecco,
l’angoscia
si placa.
Il cuore
tormentato,
si distende.
Il viso
si rilassa…
e non sento più il salato
di una goccia…
caduta per sbaglio sul labbro riarso.

Mio Signore e mio Dio
quando sento il Tuo Amore che m’invade
e tutto mi circonda,
mi sento come un neonato…
che tutto ha bisogno dai suoi genitori.

Mi guardo attorno e non capisco,
vedo pur non sapendo cogliere le grandezze
che ogni cosa esprime…
E, pur non capendo,
mi sento coccolato…
ed insieme avverto il bisogno
di tutto il Tuo infinito Amore.

Che (ne) sarei
se non avessi Te, o Dio, che mi ami?
Solo tu sai, solo Tu Puoi,
Tu solo sei tutto per me;
mio Signore e mio Dio.

In Te o Maria, pongo ogni speranza
ogni mio desiderio, ogni mia sostanza.

Ero lontano e nella mia ignoranza
stoltamente mi cullavo.

Ero miserabile e grande peccatore
e buono mi credevo.

Quand’ecco un giorno una voce mi parlò
e rapito per il vero credetti,
poi vidi il dramma e deluso, male risolvetti.

Ma per gran fortuna la voce riascoltai,
era una luce e la seguii
e in ginocchio pregando mi convertii.

Nella notte oscura
ecco apparir una figura.
È una brava infermiera
che con passo felpato
soccorre ed aiuta ogni malato.
Un aiuto, una buona parola che rasserena
ed ecco tornare un po’ di pace a quell’anima in pena.
Poi, prosegue delicata
visitando ogni malata,
tante, dormono
e non se ne accorgono,
qualcuna è desta,
guardano e reclinano la testa.
La sua professione
è una grande missione
che Dio le ha dato
per consolare il mondo desolato.
Il suo giro però è ormai terminato
per poco si siede, pronta ad aiutare ogni malato
che nella notte ha bisogno di lei
per essere aiutato.